Si è tenuta nei giorni scorsi l’assemblea di bilancio di SCF, la principale società di collecting dei diritti connessi musicali in Italia e ottava a livello globale.
Come è stato evidenziato durante l’assemblea, la raccolta degli incassi si è svolta in un contesto di straordinaria difficoltà dovuto all’esplodere dell’emergenza sanitaria, purtroppo tutt’altro che superata, e confermato dal crollo del PIL del 8,9% (dato ISTAT) che solo parzialmente verrà recuperato nel corso del 2021, per il quale l’istituto nazionale di statistica prevede una crescita contenuta.
L’area di maggiore sofferenza è stata, come previsto, quella del public performance che, a causa dei ripetuti lockdown e zone rosse che hanno colpito i pubblici esercizi, ha mostrato un declino negli incassi del 29%. In calo, anche se in maniera minore, i ricavi da radio e televisioni, scesi del 4% mentre, grazie a una maggiore azione di recupero su mercati esteri, sono cresciuti i ricavi dal fronte internazionale del 46%.
Complessivamente nel 2020 SCF ha quindi ripartito agli aventi diritto, incluse le collecting degli artisti interpreti esecutori, un totale di 38,5 milioni di euro, in calo del 32,3% rispetto al 2019. Le difficoltà nella raccolta dei compensi sono state ovviamente trasversali a tutte le società di collecting e anche i dati condivisi a livello internazionale confermano una riduzione degli incassi su tutti i principali mercati, ovunque più marcata nel comparto del public performance.
Il Direttore Generale di SCF Mariano Fiorito ha commentato il risultato:
le attività di SCF nei confronti dei clienti e del mercato sono state focalizzate sulla gestione dell’impatto provocato dall’emergenza sanitaria e dalle disposizioni di chiusura a tutela della salute pubblica nelle diverse categorie di utilizzatori.
Fin dai primi mesi di lockdown, infatti, sono stati avviati i confronti con le associazioni di categoria al fine di individuare, a seconda delle specificità di ogni categoria, gli interventi più idonei per rispondere al duplice obiettivo di venire incontro alle difficoltà economiche dei clienti, trasversalmente e fortemente colpiti dagli effetti dell’epidemia sui consumi e sugli investimenti pubblicitari, pur garantendo una certa continuità nei pagamenti dei diritti e mitigando, nei limiti del possibile, la perdita degli incassi.
Sempre secondo Fiorito “l’approccio adottato nell’affrontare questa straordinaria e drammatica circostanza ha permesso non solo di mantenere il rapporto di collaborazione con i clienti e le associazioni di categoria, ma anche di accrescere la fiducia nella relazione”.
In questo contesto SCF ha adottato diversi provvedimenti di sostegno:
- per gli utilizzatori sono state disposte misure di riduzioni dei compensi e dilazioni dei pagamenti;
- per i produttori mandanti invece è stato approvato per il 2021, così come per il 2020, un abbattimento del 50% del corrispettivo SCF sulle ripartizioni (diritti e copia privata) a favore dei produttori con un incasso medio annuo inferiore a diecimila euro nell’ultimo triennio disponibile, un abbattimento che sarà applicato già a partire dalla prossima ripartizione di giugno.
Da rilevare che nel 2020 sono cresciuti ulteriormente i brani dichiarati dai produttori mandanti nazionali ed internazionali di SCF arrivando ad oltre 15 milioni. In crescita anche il numero dei mandanti iscritti alla società, giunto a quota 467.
In forte aumento i rendiconti analitici da parte degli utilizzatori gestiti da SCF che sfiorano i mille, anche grazie alla normativa sulle società di gestione collettiva che prevede l’obbligatorietà del rendiconto recepita dalle nuove licenze e una forte azione di SCF sugli utilizzatori.
In occasione dell’Assemblea è stato anche rinnovato il CDA di SCF con l’elezione di Andrea Cotromano, Corrado Filpa, Mario Limongelli, Alessandro Massara, Gianluca Pojaghi e Raffaele Razzini. Alla presidenza il Consiglio ha nominato a maggioranza Enzo Mazza e alla vicepresidenza Corrado Filpa.