Prosegue il ciclo di interviste ai produttori mandanti di SCF con BMG Italia: Dino Stewart, Managing Director, riflette sull'attuale ruolo strategico del produttore musicale, chiamato ad avere una visione globale in un panorama in cui l’AI avanza con rapidità e impone nuove riflessioni etiche e legislative. Al centro della conversazione l’importanza crescente del diritto connesso, la necessità di piattaforme sempre più trasparenti e integrate, e la sfida di un mercato discografico che richiede coraggio, diversità e relazioni autentiche tra artisti e pubblico.

1. Il ruolo del produttore musicale oggi
Qual è il ruolo del produttore discografico nel panorama attuale e come sta cambiando con l'evoluzione del settore?
Il produttore è stato e sarà sempre di fondamentale importanza. È una figura che si è evoluta in modo inaspettato negli anni e oggi il ruolo deve avere una “visione globale” su quello che può essere un percorso artistico e professionale che non include semplicemente la registrazione di un disco. Nonostante il produttore discografico abbia perso “valore economico” rispetto a ruoli attigui in ambito musicale (penso all’editoria musicale o all’attività live) è ancora quella figura da cui in molti casi parte una macchina che costruisce una percorso di successo e senza il quale non viene riconosciuta credibilità al progetto.
In che modo le nuove tecnologie, come l'AI, stanno trasformando l'approccio alla produzione musicale?
L’AI è già ovunque e la sua “professionalità” cresce a velocità stratosferica. Bisogna conoscerla, apprezzarne le potenzialità e i limiti; del resto ogni volta che l’industria ha provato a fermare o rallentare una novità di cui aveva paura a un certo punto ha dovuto alzare bandiera bianca. Nei settori creativi come il nostro il tema è particolarmente delicato e la cosa più urgente è che l’utilizzo dell’AI per “nuovi” contenuti “artistici” sia al più presto regolato da leggi a tutela della creatività e delle mente umana. Oltre ovviamente a una legge “etica” che è auspicabile ognuno di noi abbia già…
2. L'importanza del diritto connesso
Che impatto hanno i diritti connessi nella tua attività e perché è importante la collaborazione con SCF?
Il diritto connesso è un segmento del nostro business sempre più importante e consistente, è fondamentale averne consapevolezza e dedicare risorse per attrezzarsi tecnologicamente per gestire al meglio il lavoro, per renderlo sempre più fluido e remunerativo. Quando parlo di consapevolezza non mi riferisco solo a quella degli addetti ai lavori dell’industria ma anche agli utilizzatori delle nostre opere che devono sapere chi stanno remunerando e perché.
Dino Stewart, Managing Director BMG Italia
3. Il futuro del diritto connesso
Che sfide vedi nel futuro di SCF?
In quali aree credi si debba rafforzare il recupero dei diritti connessi?
SCF negli ultimi anni, grazie anche alla collaborazione con i principali mandanti, ha migliorato e implementato la piattaforma di Katalegale e le modalità di lavorazione. È auspicabile che si arrivi ad avere un database comune con le altre Collecting, che gli utilizzatori percepiscano SCF come un fornitore di un servizio - che deve essere di facile utilizzo - e non come un esattore di un “balzello”, che le ripartizioni migliorino sia per trasparenza che per rapidità, che le tariffe di aggio diminuiscano.
4. Sfide e opportunità del settore
Quali sono le principali sfide affrontate come produttore discografico e quali opportunità vedi nel futuro del mercato musicale?
Le sfide sono fondamentali, sempre! Personalmente l’avventura in BMG è una sfida continua: siamo riusciti a costruire dal nulla e in pochi anni un’etichetta con uno stile definito e una forte credibilità sul mercato. Se è vero che il mondo appare in diversi settori sempre più piatto, omogeneo, uniformato… nella musica dobbiamo fare il possibile per dare spazio ad artisti e mondi diversi, che riescano a creare un rapporto vero ed emotivo con il pubblico e che questo possa rifugiarsi nella musica per il piacere continuo della scoperta di qualcosa di bello.