
1. Il ruolo del produttore musicale oggi
Qual è il ruolo del produttore discografico nel panorama attuale e come sta cambiando con l'evoluzione del settore?
Il ruolo del produttore discografico oggi è diventato ancora più centrale, ma anche più complesso. Oggi, noi in Sugar lavoriamo con pochi artisti, senza inseguire soltanto numeri o algoritmi ma con un lavoro artigianale, fatto di attenzione umana, ascolto e passione.
Il produttore oggi deve essere una figura in grado di tenere insieme mondi diversi: quello artistico, quello tecnologico, quello manageriale. È necessario conoscere il linguaggio dei social, saper interpretare i dati, ma anche capire cosa rende un progetto unico. Come dico spesso: le cose veramente forti sono inequivocabili ma bisogna avere il coraggio di aspettarle, di riconoscerle, anche quando sembrano andare controcorrente.
In che modo le nuove tecnologie, come l'AI, stanno trasformando l'approccio alla produzione musicale?
L’evoluzione tecnologica, inclusa l’intelligenza artificiale, rappresenta un cambiamento significativo nel nostro settore che non possiamo ignorare, sul quale vedo da parte dei giovani molta apertura e curiosità. Questo mi rende ottimista. L’AI, se usata con consapevolezza e visione, può essere uno strumento utile, soprattutto per facilitare alcuni processi tecnici. Ritengo che l’elemento emotivo, l’innamoramento per un progetto, resti insostituibile, l’amore per la musica e per una visione creativa condivisa con l’artista rimane il fondamento di ogni produzione autentica.
Esiste invece un tema cruciale a livello normativo. Di nuovo, sull’AI abbiamo di fronte interessi diversi tra le piattaforme che vogliono “allenare” i sistemi AI con contenuti esistenti senza riconoscere un adeguato compenso agli aventi diritto, e gli aventi diritto che reclamano un sistema di licenze che rispettino il diritto d’autore e che metta in condizione loro di essere adeguatamente remunerati. Vorrei ricordare a tutti coloro che dovranno legiferare su questa materia complessa che la difesa del copyright è il miglior strumento di innovazione e di crescita come ampiamente dimostrato anche nell’ultima rivoluzione digitale. Allora come oggi si affacciavano vari soggetti che sostenevano come il sistema di leggi che tutelavano il copyright fosse un limite all’innovazione. Mi pare che la crescita sia delle piattaforme digitali che dell’industria della musica negli ultimi 10 anni dimostri definitivamente il contrario. Impariamo dal passato per costruire un futuro migliore.
2. L'importanza del diritto connesso
Che impatto hanno i diritti connessi nella tua attività e perché è importante la collaborazione con SCF?
Nel corso degli ultimi decenni abbiamo assistito al crescente utilizzo della musica in contesti sempre più diversificati e alla maggiore consapevolezza, da parte degli utilizzatori, della necessità di remunerare il diritto connesso in aggiunta al diritto d’autore. Conseguentemente, l’importanza del diritto connesso è cresciuta per ogni casa discografica e dunque anche per Sugar. La collaborazione con SCF è importante almeno sotto due profili: da un lato per metterla nelle condizioni di operare la raccolta in maniera efficiente ed efficace, fornendo tempestivamente tutte le informazioni inerenti alle registrazioni di propria titolarità o comunque amministrate, e dall’altro supportandola nella diffusione della consapevolezza dell’esistenza del diritto connesso e della necessità di remunerarlo.
Filippo Sugar, Presidente e CEO Sugar
3. Il futuro del diritto connesso
Che sfide vedi nel futuro di SCF?
In quali aree credi si debba rafforzare il recupero dei diritti connessi?
Di sicuro il futuro, ma direi già il presente, non darà a SCF l’occasione di “annoiarsi”. Innanzitutto, è necessario continuare l’opera di copertura del mercato, soprattutto nell’ambito del public performance. Parallelamente, occorre perseguire la ricerca di proposte contrattuali, commerciali e operative (per prima cosa penso al modello c.d. “one-stop shop”) che permettano di presentarsi agli utilizzatori come dei partner per la fornitura di un servizio piuttosto che come degli esattori di un’imposta. Infine, ci sono le opportunità fornite dall’intelligenza artificiale, che non va vista solo come una minaccia. In primo luogo, penso alla possibilità di utilizzarla per ottenere processi più efficienti e per lavorare e analizzare al meglio i dati a favore degli uffici stessi di SCF e dei suoi mandanti. Poi, non si deve escludere a priori un ruolo per SCF nell’amministrazione di registrazioni prodotte dai propri mandanti con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale nei casi in cui sia stata legittimamente addestrata.
4. Sfide e opportunità del settore
Quali sono le principali sfide affrontate come produttore discografico e quali opportunità vedi nel futuro del mercato musicale?
Oggi il nostro settore vive un paradosso significativo: da un lato c’è l’accessibilità immensa a strumenti, canali e tecnologie che permettono a chiunque di creare e pubblicare musica e dall’altro, c’è una saturazione tale di contenuti che rischia di soffocare la qualità, l’originalità e soprattutto il tempo necessario affinché un artista possa davvero crescere. La velocità con cui si consuma la musica rappresenta una delle sfide più complesse: il mercato chiede risultati immediati, ma la musica ha bisogno di tempo, di ascolto, di profondità.
Una delle difficoltà principali, per chi fa il mio lavoro, è proprio questa: mantenere la propria identità in un contesto che tende all’omologazione. Il rischio è quello di inseguire ciò che già esiste, invece di avere il coraggio di credere e investire in ciò che non c’è ancora. In Sugar, abbiamo scelto di non adeguarci a questa corsa.
Un’altra sfida cruciale è l’ascolto, inteso in senso ampio. È fondamentale uscire dai nostri confini, i veri talenti nascono ovunque, spesso lontano dai riflettori, e il nostro compito è saperli scoprire. La provincia, in questo senso, può essere una straordinaria opportunità: è lì che spesso si forma l’originalità, alimentata dal tempo, dalla fatica, dalla passione coltivata fin da piccoli. Allo stesso tempo, vedo anche una nuova generazione di professionisti molto più preparata, curiosa, desiderosa di entrare nel settore. Nella nostra azienda, quasi il 50% delle persone ha meno di 30 anni: un segnale forte di rinnovamento. C’è energia, voglia di fare, spirito di iniziativa — e questo è decisamente incoraggiante. Il futuro del mercato musicale, a mio avviso, si giocherà nella capacità di tenere in equilibrio elementi apparentemente opposti: innovazione tecnologica e cura artigianale, efficienza numerica e relazioni umane, velocità e profondità.