La convenzione stabilisce termini e condizioni tariffarie per il pagamento dei compensi da riconoscere, per legge, ad artisti e produttori discografici, nell’ambito dell’organizzazioni di intrattenimenti musicali con e senza ballo.
L’intesa delinea un sistema tariffario che tiene conto della natura no profit degli operatori e prevede ulteriori riduzioni per le associazioni ricreative e culturali aderenti all’Arci.
«La convenzione con Arci riafferma ancora una volta il valore culturale della musica, nonché il suo ruolo centrale nel valorizzare le attività educative, ludico-ricreative, sociali organizzate dagli operatori del mondo no profit. A sottolineare ulteriormente il valore della convenzione e a testimonianza di una forte condivisione dei valori che animano le realtà del Terzo Settore, SCF devolverà il 5% di quanto annualmente raccolto per gli intrattenimenti organizzati dalle associazioni, in favore di iniziative di particolare valore culturale e sociale, identificate di intesa con Arci», commenta Sergio Paolella, Direttore Commerciale di SCF.
«L'accordo raggiunto tra Arci e SCF costituisce il punto di approdo di un confronto ampio e articolato, e tuttavia sempre rispettoso delle diverse istanze rappresentate dalle parti; un approdo che intende salvaguardare il giusto equilibrio tra il diritto ad un "equo compenso" in ambito dei cosiddetti diritti connessi, sancito nel nostro ordinamento, e il riconoscimento del ruolo fondamentale di promozione socioculturale svolto dall'associazionismo, che si concretizza con l'applicazione di un piano tariffario agevolato, oltre che attraverso un ancor più significativo generale sostegno economico alle iniziative di particolare interesse sociale e culturale promosse dall'Associazione Nazionale», afferma Giuliano Rossi, Responsabile Nazionale dell'Osservatorio Legislativo ARCI.
L’intesa siglata oggi con Arci introduce elementi innovativi di chiarimento in merito all’area di applicabilità della materia dei diritti discografici, coinvolgendo ulteriori soggetti parte del mondo dell’associazionismo culturale e, più in generale, del mondo no profit. Si configura così un sistema integrato di tutela dei diritti dei produttori e degli artisti che rappresenta un valido modello di riferimento soprattutto per quelle categorie che manifestano, ancora oggi, posizioni controverse sul tema del pagamento dei diritti (es. i dentisti, le palestre).