12 gennaio 2018

Corte di Cassazione: l’abusiva trasmissione di fonogrammi nell’emittenza radiofonica è reato aggravato

Accertata la consumazione del reato integrata dalla mancata corresponsione dei compensi a SCF per la trasmissione di 13668 brani musicali da parte di una web radio.

Con la sentenza n. 55757 del 27/6/2017 (depositata il 14/12/2017) la Suprema Corte ha confermato la sentenza della Corte di Appello di Genova che aveva dichiarato il titolare di una web radio responsabile del reato aggravato di cui all’art. 171 ter comma II L.d.A. per aver trasmesso abusivamente un numero ingente di brani musicali senza corrispondere i compensi dovuti a SCF.

La Corte ha infatti rilevato la palese infondatezza di tutte le censure mosse dall’imputato, in quanto i Giudici di merito avevano già accertato “l’effettiva trasmissione di 13.668 brani in formato MP3 da parte dell’emittente radiofonica” di cui era titolare “senza la corresponsione a SCF, titolare dei diritti connessi al diritto d’autore, di alcun compenso per l’utilizzazione e la diffusione dei brani musicali tutelati”.

Gli Ermellini hanno, pertanto, ritenuto integrata la fattispecie aggravata di reato di cui all’art. 171 ter comma II L.d.A. e hanno confermata la condanna formulata in Appello:

  • pena di 8 mesi di reclusione
  • pagamento di una multa di € 2.000,00.

La pronuncia sancisce ancora una volta l’importanza di remunerare i produttori fonografici, titolari dei diritti connessi esistenti sulle opere di musicali registrate, riconoscendo espressamente il ruolo fondamentale svolto da SCF e ribadisce che il reato di abusiva trasmissione di fonogrammi posto in essere nel settore dell’emittenza radiofonica è aggravato.

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