8 settembre 2019

Crescono i ricavi da streaming e cala la diffusione abusiva di musica

Lo streaming musicale in Italia rappresenta il 63% di tutti i ricavi dell’industria discografica e ha generato oltre 54 milioni di euro nei primi sei mesi del 2019.

Gli abbonamenti hanno prodotto ricavi in crescita del 32% rispetto al 2018. Bene anche i ricavi dall’ad-supported audio, che nella prima metà dell’anno hanno superato quelli del video sharing.

Complessivamente il digitale rappresenta oggi il 73% del mercato italiano, in rapporto anche all’ulteriore declino del fisico, sceso del 26% - tranne il vinile, che con +4,8% ha proseguito la sua curva di crescita coprendo il 31% di tutto il mercato dei supporti fisici. Complessivamente il segmento fisico rappresenta il 27% del mercato, oltre dodici punti di percentuale in meno rispetto al 2018.

L’intero mercato discografico ha generato nel primo semestre 86 milioni di euro (+5%).

Fonte: FIMI

Cala la pirateria in Italia

Gli ultimi dati raccolti dalla società Similarweb per IFPI e FIMI confermano il forte declino della pirateria in Italia.  Il fenomeno della contraffazione digitale e della diffusione abusiva di musica online tramite web e mobile è sceso del 35% rispetto a marzo 2018; ma, se viene considerato un periodo più esteso (relativo a due anni), il calo registrato è di oltre il 50%.

Nei primi tre mesi del 2019 il declino è stato del 10% circa (sia da mobile che da desktop), a conferma che tutti i segmenti della pirateria hanno subito un drastico ridimensionamento nel nostro Paese.

Lo stream ripping (download di video e musica da YouTube) è sceso del 41% in un anno e bittorrent è sceso del 52,6%.

La percentuale di pirateria oggi si attesta sotto il 20%, rispetto al 35% del 2018 grazie anche all’estensione dell’offerta legale, connessa in particolare alle piattaforme in streaming, che ha prodotto una valida alternativa per i consumatori.

FIMI aderisce al Codice di buone pratiche contro la manipolazione dello streaming

Un'ampia coalizione di major, etichette indipendenti, editori e management di artisti - cui aderisce oltre a IFPI anche FIMI - ha sottoscritto un Codice di buone pratiche del settore che si propone di rilevare e prevenire la manipolazione dello streaming e di mitigarne gli effetti sul mercato.

Il Codice traccia le linee guida per fermare le riproduzioni non autentiche sui servizi di streaming strutturati per produrre un migliore posizionamento delle chart, un’equa suddivisione del mercato e dei pagamenti delle royalties.

La manipolazione dello streaming può compromettere l'accuratezza delle classifiche e l'accuratezza dei pagamenti delle royalties dai servizi di streaming ai creatori di musica. Gli artisti, i cantautori, le etichette, gli editori devono essere retribuiti in modo equo per il loro lavoro e i loro investimenti.


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