Panoramica sullo scenario attuale
Negli ultimi anni il mercato musicale ha subito trasformazioni significative, in parte accelerate dalla pandemia da Coronavirus: secondo i dati FIMI, nel 2020 il settore musicale aveva registrato infatti solo una piccola crescita (pari a +1,44%) con un calo delle vendite fisiche durante la prima ondata della pandemia. Tuttavia, il mercato discografico ha saputo dimostrare una resilienza trainata dall'aumento dello streaming, aumentato esponenzialmente al punto da portare nel 2023 il mercato italiano a un incremento del fatturato complessivo del 18,8% rispetto all'anno precedente. In Italia lo streaming ricopre ad oggi una quota di mercato pari al 65% e sono i ricavi dagli abbonamenti alle piattaforme ad aver guidato il settore.
L'effetto della pandemia sulla discografia
La pandemia ha dunque avuto un impatto importante sul mercato musicale, interrompendo non solo le attività live (come concerti e festival) ma in alcuni casi anche le attività discografiche (come i lanci di nuovi album): questo improvviso scenario ha evidenziato la necessità di un cambio di paradigma in alcune aree, costringendo artisti e etichette a ripensare le proprie strategie di distribuzione e monetizzazione.
Il mercato musicale italiano: peculiarità e tendenze
Nel lungo percorso dalla pandemia ai giorni d’oggi, il mercato musicale italiano ha mutato alcune sue caratteristiche: una delle più importanti è la forte presenza di artisti locali nelle classifiche ufficiali di vendita. Nel 2023, l’80% degli album più venduti apparteneva a musicisti italiani: è un dato che riflette una preferenza culturale per il repertorio nazionale, valorizzato da manifestazioni storiche come il Festival di Sanremo e dalla crescita di generi musicali come l’urban, che hanno contribuito a mantenere l'industria musicale italiana dinamica e in espansione.
Negli ultimi anni, inoltre, l'età media degli artisti in classifica è diminuita in maniera importante: dal 2019 al 2023 si è registrato un calo del 18%, passando da una soglia superiore ai 36 anni a una inferiore ai 30. L’ingresso di giovani talenti sulla scena musicale indica un cambiamento nelle preferenze del pubblico verso sonorità più fresche e moderne: è un fenomeno in parte dovuto all'influenza dei social media, che offrono una piattaforma accessibile per promuovere la musica raggiungendo un vasto pubblico.
I cambiamenti nei modelli di consumo e discovery musicale
Il consumo di musica ha dunque subito una trasformazione radicale con l'avvento dello streaming e le piattaforme - come Spotify, Apple Music e YouTube - hanno rivoluzionato il modo in cui i fan oggi accedono e scoprono nuova musica: proprio durante la pandemia lo streaming è diventato la principale fonte di consumo musicale persino nelle fasce più adulte della popolazione, fino a quel momento poco digital.
Piattaforme di short-form video come TikTok hanno poi giocato un ruolo cruciale nella condivisione e scoperta di nuova musica, diventando una piattaforma indispensabile per il lancio non solo di artisti esordienti ma anche di nuove hit. La sua vocazione alla viralità ha trasformato artisti sconosciuti in fenomeni globali, ma ha anche permesso di valorizzare hit del passato, che hanno vissuto una nuova, più recente vita discografica.
Concerti e live streaming: l’evoluzione della musica dal vivo
La pandemia ha imposto una pausa forzata ai concerti, portando a un calo dell’83% del giro d’affari nel biennio 2020-2022 (dato SIAE). Tuttavia, i primi due anni post-pandemia hanno visto un graduale ritorno agli eventi dal vivo, con un aumento del 67% delle vendite di biglietti nel 2022 rispetto al pre-pandemico 2019: questo recupero è stato accompagnato da nuove misure di sicurezza e da una crescente domanda per eventi più intimi e locali.
E l’interesse è in crescita: secondo i più recenti dati, infatti, nel 2023 i concerti di musica leggera sono stati 61,7mila per un totale di 23,7 milioni (+13,6%) con un ritorno alla normalità che ha favorito non solo gli artisti ma anche i lavoratori del settore.
In attesa di un ritorno alla musica dal vivo, durante la pandemia si è cercata una soluzione alternativa e i concerti in live streaming sono emersi come una soluzione popolare, sebbene temporanea: superstar come Travis Scott e Ariana Grande hanno offerto esperienze di concerto virtuali molto attrattive per il pubblico a livello globale, registrando un aumento esponenziale dell’interesse per questa nuova forma di trasmissione di musica dal vivo. Infatti, nonostante la fine delle restrizioni ancora oggi il live streaming continua a rappresentare una parte delle strategie degli artisti, offrendo l’opportunità di ampliare il raggio d'azione dei loro fan.
Lo scenario dei diritti connessi: il ruolo di SCF
Negli ultimi anni, i diritti connessi hanno acquisito sempre più importanza nel mercato musicale italiano: come mostrano i risultati SCF del primo semestre, ad esempio, le ripartizioni ai produttori fonografici sono cresciute del 3% e continua ad aumentare il numero degli accordi bilaterali, testimoniando come il panorama globale sia sempre più interconnesso.
Tuttavia, l’arrivo della pandemia ha evidenziato la fragilità di diverse attività in Italia in cui avviene l’utilizzazione di musica, che hanno visto ridursi drasticamente le proprie entrate. Per mitigarne gli effetti SCF ha infatti implementato misure straordinarie, tra cui la riduzione del 50% dell’aggio ai mandanti con diritti maturati inferiori ai 10.000€ annui o lo storno della quota di compenso annuo corrispondente al periodo di chiusura forzata.
Ad emergenza rientrata, l’impegno costante di SCF nell’incentivare il mercato musicale italiano ha portato ad avviare una serie di iniziative volte a migliorare l'equità nella distribuzione dei diritti, promuovendo ad esempio una riduzione dell’aggio per i produttori discografici dal 19% al 17% a partire dal 2024.