Complessivamente, per ogni euro di valore aggiunto prodotto dalle attività culturali e creative se ne attivano altri 1,8 in settori economici diversi, come quello turistico, dei trasporti e del made in Italy, per un valore pari a 176,4 miliardi di euro.
L’uscita dalla pandemia ha accelerato la commistione tra cultura e digitale, soprattutto per quanto riguarda la fruizione dei contenuti attraverso le grandi piattaforme distributive (audiovisivo, musica, radio, videogiochi) e ha abbassato l’età media dei fruitori della filiera culturale e creativa.
Tra i settori in cui la digitalizzazione dei consumi culturali si è consolidata, spiccano il settore musicale e quello annesso della radio.
Mercato musicale
Il mercato musicale è cresciuto del 9% nel 2022 arrivando a 26,2 miliardi di dollari e lo streaming in abbonamento, core business del settore, è aumentato del 10.3% a 12,7 miliardi di dollari, raggiungendo 589 milioni di clienti nel mondo, rappresentando il 66,7% dei ricavi totali dell’industria discografica (Fonte: IFPI, Global Music Report - State of the industry, 2023). Da Tidal, a Deezer, a Qobuz, il panorama delle piattaforme dedicate allo streaming musicale è mutevole e in crescita, anche se, ad oggi, con 456 milioni di utenti è Spotify a monopolizzare la grande distribuzione musicale digitale.
Il mercato discografico italiano registra un +11,1% dei ricavi complessivi, trainati dai servizi streaming cresciuti del 17,7%. Il segmento digitale oggi rappresenta il 66,7% dei ricavi totali dell’industria discografica, guidati da una crescita del 13,7% degli abbonamenti premium che indicano una crescita costante di questa modalità di ascolto su quella gratuita.
L’aumento dei ricavi è registrato anche nelle sincronizzazioni, ovvero l’uso della musica nelle produzioni audiovisive come pubblicità, film, serie TV, che si attesta a +26,5% con oltre 13 milioni di fatturato. Infine, il comparto fisico segna un generale -2,2%, ma i vinili continuano a resistere grazie a una crescita dell’11,7%.
Nel 2022 il tempo trascorso ad ascoltare musica è aumentato di 1,4 ore rispetto all’anno precedente, grazie all’ascolto via streaming, dei podcast a tema musicale, ma anche attraverso le app di video legate ai social media (Youtube short, Tik Tok, Reels Instagram).
Il mercato italiano resta dominato nelle classifiche (ma anche nei tour) da artisti italiani, come riscontrato nella top 10 degli album del 2022, che per il terzo anno consecutivo è interamente occupata da nomi nostrani.
Relativamente all’export, i Måneskin guidano la crescita dei ricavi e riscontri del mercato musicale italiano all’estero, soprattutto in ambito urban ed elettronico, dove si registra un +15% di entrate da royalty – composte da mercato fisico, digitale, sincronizzazioni e diritti connessi – con oltre 22 milioni di euro di fatturato nel 2022.
Più assente in quanto poco “esportabile” il genere della canzone/cantautorato, d’altra parte fortissimo all’interno del Paese: nel 2022, per il terzo anno di seguito, la top ten annuale Album è infatti integralmente dominata dal repertorio locale, un primato che si è attestato anche per la top ten annuale dei Singoli, in un trend sempre più radicato e valorizzato soprattutto dai consumi in streaming.
Radio
L’ascolto delle stazioni della Radio avviene in un numero sempre crescente di dispositivi e con esperienze di fruizione via via più estese. Il secondo semestre del 2022 torna ad avere dati di ascolto pari o superiori a quelli del periodo precedente la pandemia. Nell’ascolto settimanale della radio si è tornati, infatti, all’83,33% della popolazione contro l’83,63% dell’ultimo dato del secondo semestre 2019, prima della pandemia.
L’autoradio (49,27% del totale) si conferma il primo dispositivo, seguita dall’apparecchio radio con il 31,42%, il televisore e lo smartphone, che sta diventando il terzo dispositivo per ascolto e che ora è al 6,85%; in salita anche lo smart-speaker che, con il 2,07% si avvicina al PC/Tablet al 2,76%.
Gli altri comparti della filiera
- Nel 2022 continua la crescita del settore dei videogiochi e software, che contribuisce alla ricchezza della filiera con 14,6 miliardi di euro di valore aggiunto (il 15,3% dell’intera filiera, +9,6% rispetto al 2021).
- Le performing arts e le arti visive, oltre alle attività di valorizzazione del patrimonio storico e artistico, fanno registrare gli incrementi più significativi in termini di valore aggiunto, rispettivamente pari al +14,1% e al +13,5%.
- Le attività dell’architettura e design hanno generato 7,8 miliardi di euro (l’8,2% della filiera) incrementano la ricchezza prodotta del +2,1% rispetto al 2021.
- Il fumetto (+17,2%) ha rivitalizzato il panorama editoriale italiano coinvolgendo soprattutto le nuove generazioni.
- Il cinema continua a vivere due dinamiche parallele. Da un lato, l’Italia è un immenso set a cielo aperto per produzioni nazionali, europee, hollywoodiane e bollywoodiane. Dall’altro, è lenta la ripresa degli incassi di spettatori in sala.
Il rapporto annuale “Io sono cultura” è realizzato da Fondazione Symbola e Unioncamere, insieme a Credito Sportivo, Fondazione Fitzcarraldo, Centro Studi Tagliacarne e Fornasetti.
Fonte: Fondazione Symbola