L'analisi capillare della rete internet e delle piattaforme multimediali utilizzate, condotta dalla polizia tributaria di Venezia, ha portato a individuare un considerevole numero di applicazioni web radio riconducibili a un unico sviluppatore, e al successivo sequestro di 643.060 tracce musicali in formato elettronico che violavano il diritto d'autore.
Il titolare dell'azienda è stato denunciato per violazioni alla normativa sul diritto d'autore (Legge 633/1941) ed ha ricevuto una sanzione amministrativa.
Oltre che verso la SIAE (Società Italiana degli Autori ed Editori), il Music Provider è risultato insolvente anche nel pagamento a SCF dei diritti connessi per l'utilizzazione di brani musicali tutelati.
Un’approfondita analisi della documentazione acquisita ha anche evidenziato l’esistenza di una attività di Radio in Store esercitata dal Music Provider per n. 634 punti vendita dislocati su tutto il territorio nazionale.
Gran parte dei 634 punti vendita individuati è risultata, a sua volta, non in regola con le vigenti normative sul diritto d’autore In particolare 533 punti vendita sono risultati privi di licenza per i diritti connessi (S.C.F.).
Enzo Mazza, Presidente di SCF, ha dichiarato: "La musica legale oggi è un elemento molto rilevante per la strategia delle attività commerciali e i punti vendita nei confronti dei clienti, ma purtroppo in questo settore resiste ancora una forte evasione che danneggia autori, artisti e produttori che creano i contenuti".